“Dopo una caduta, avevo il ginocchio dolorante. Un dolore sopportabile, ma dopo tre o quattro giorni sono andata a farmi visitare all’Ortopedico Gaetano Pini. Mi è capitato il dottor Calori il quale mi ha detto che avevo il menisco lesionato in due punti e che bisognava operare con assoluta urgenza il giorno stesso. Mi ha spiegato che non c’era posto al Pini, ma che sarebbe riuscito a trovarmi una stanza, a pagamento, alla clinica privata La Madonnina. Ho accettato” si legge sul Fatto Quotidiano. Segue l’intervento con un’epidurale che le provoca convulsioni e poi l’anestesia totale. Nonostante l’operazione, il ginocchio continua ad essere dolorante e il primario l’accusa di fare poco fisioterapia. “Tre volte alla settimana – spiega la Borromeo – e sono andata avanti per più di due anni”. Calori le ha proposto un nuovo intervento, ma Beatrice si rifiuta e si fa vedere da altri ortopedici che le dicono che l’intervento non era necessario.
“Chiedono al dottor Calori le analisi e i referti pre e post-operatori. Così scopriamo che prima di operarmi non mi aveva fatto neppure una risonanza magnetica e che i referti erano soltanto un foglietto scritto a mano. Mi dicono anche che le due cicatrici restate sul mio ginocchio dimostrano che chi mi ha operato ha fatto i due tagli nei punti sbagliati” conclude Beatrice, pronta a ripetere quanto scritto in procura.