«Qualche anno fa non avrei mai pensato di tornare a suonare il piano, né tantomeno di esibirmi nel più alto concerto di musica classica», ha dichiarato l’artista inglese alla stampa. Evelina, infatti, ha vissuto momenti difficili dopo che 14 anni fa ha perso la capacità di muovere le dita delle mani a causa di una lesione da sforzo ripetitivo. Dopo aver intrapreso un corso intensivo di terapia è riuscita a recuperare l’uso degli arti.
«Suonare ad alta quota è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto, ma non sono una che evita le sfide. Il freddo era incredibile, ma era più problematico il vento. È stato però un onore suonare tra le nuvole», ha aggiunto.
Originaria dell’Ucraina, la De Lain ha imparato ad apprezzare la musica classica grazie agli insegnamenti di sua madre e ha acquistato quel pianoforte per superare il lutto dopo la sua morte nel 2017: «Sapevo che qualcosa del genere mi avrebbe tolto un po’ di dolore e mi avrebbe dato qualcosa su cui concentrarmi». Portare a termine il concerto non è stato semplice come si potrebbe pensare, ma le conseguenze dell’altitudine sono arrivate il giorno dopo, come ha raccontato la musicista: «Credevo di stare bene, ma l’indomani sono svenuta all’aeroporto».